La sezione speciale dedicata alle crypto del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ) sta attuando un giro di vite contro gli hacker e gli operatori malevoli della finanza decentralizzata (DeFi), in un contesto di aumento delle attività illecite che dura ormai da quattro anni.

In un articolo del Financial Times pubblicato il 15 maggio, Eun Young Choi, direttore del National Cryptocurrency Enforcement Team (NCET) del Dipartimento di Giustizia, ha dichiarato che il dipartimento si stia concentrando su furti e hacking che coinvolgono la DeFi e "in particolare i bridge chain".

Choi ha dichiarato che si tratti di un "problema piuttosto significativo" per il DOJ, dal momento che gli "hacker supportati dallo Stato" nordcoreano siano emersi come "soggetti chiave in questo settore".

Come riportato da Cointelegraph a febbraio, gli hacker nordcoreani hanno sottratto tra i 630 milioni e il miliardo di dollari di asset crypto nel 2022.

Il DoJ ha annunciato Choi – un procuratore con quasi un decennio di esperienza nell'agenzia – come primo direttore dell'NCET a febbraio 2022.

All'epoca, un comunicato del dipartimento precisava che l'NCET sarebbe servito come "punto focale" per il DOJ nell'affrontare le problematiche connesse alle criptovalute, alla criminalità informatica, al riciclaggio di denaro e alla confisca.

Il Dipartimento di Giustizia annuncia il primo direttore della squadra nazionale per l'applicazione delle criptovalute

Sebbene il DOJ abbia sottolineato che i "servizi di mixing e tumbling" sarebbero stati oggetto di particolare attenzione da parte dell'agenzia, all'epoca nulla era stato menzionato riguardo le piattaforme DeFi.

Choi, che ha recentemente parlato al Financial Times Crypto and Digital Assets Summit, ha ribadito che il DOJ intende perseguire le imprese di criptovalute che commettono il reato o che chiudono un occhio al fine di "oscurare le tracce delle transazioni". Ha evidenziato che:

"Il DOJ sta prendendo di mira le aziende che commettono crimini in prima persona o che ne permettono l'esecuzione, ad esempio consentendo il riciclaggio di denaro".

La dottoressa ha chiarito che perseguire la fonte – la piattaforma stessa – avrà un "effetto moltiplicatore" in termini di difficoltà per "gli operatori criminali di trarre facilmente profitto dai loro crimini".

Choi ha inoltre sottolineato che "la scala e la portata degli asset digitali utilizzati in una varietà di modi illeciti" sia cresciuta in modo significativo negli ultimi quattro anni.

Le piattaforme DeFi hanno subito una serie di attacchi negli ultimi tempi.

Valore totale bloccato (TVL) nella finanza decentralizzata. Fonte: DappRadar

Il più grande hack della DeFi di quest'anno è stato registrato il 13 marzo: Euler Finance ha subito un attacco di tipo flash loan con il furto di oltre 196 milioni di dollari in Dai (DAI), USD Coin (USDC), Ether staked (stETH) e Wrapped Bitcoin (WBTC).

Nel frattempo, a novembre 2022, la piattaforma di trading DeFi Mango Markets è stata compromessa da un exploiter che avrebbe approfittato della sua scarsa liquidità per "prosciugarne i fondi".

L'hacker ha depositato 5 milioni di dollari di tasca propria sulla piattaforma, facendo salire il prezzo del token nativo Mango (MNGO) da 0,03 a 0,91$ e aumentando le sue disponibilità di MNGO a 423 milioni di dollari.

Da lì, l'exploiter è stato in grado di acquisire un prestito di 116 milioni di dollari utilizzando diversi token della piattaforma, tra cui Bitcoin (BTC), Solana (SOL) e Serum (SRM), eliminando così l'intera liquidità di Mango Markets.

Traduzione a cura di Walter Rizzo