Un tribunale giapponese ha nuovamente incriminato un uomo che infettava i visitatori del proprio sito web con un malware per il mining di criptovalute, nonostante fosse stato precedentemente assolto.

Come riportato dal quotidiano locale The Mainichi, l'Alta Corte di Tokyo ha annullato la propria sentenza precedente secondo la quale l'uomo non avrebbe commesso alcun reato.

Coinhive attivo per circa un mese

Secondo l'accusa originale, il web designer di 32 anni, del quale non è stato rivelato il nome, aveva installato il miner Coinhive sul proprio sito web nell'ottobre del 2017. Il software è rimasto attivo per circa un mese, e sfruttava la potenza di calcolo dei dispositivi dei visitatori per generare criptovalute: una pratica conosciuta come "cryptojacking."

L'uomo ha dovuto affrontare conseguenze legali a marzo dell'anno successivo, ma era alla fine riuscito ad evitare qualsiasi tipo di punizione. Al tempo i legislatori sostenevano che l'uomo avrebbe dovuto avvisare i visitatori della presenza di tale software, ma i giudici dell'Alta Corte non erano d'accordo.

Pare tuttavia che il caso sia stato nuovamente preso in esame e che la sentenza del tribunale sia stata modificata. "I visitatori non venivano informati [della presenza del programma per il mining], e non veniva data loro la possibilità di rifiutare che venisse attivato", ha spiegato Tsutomu Tochigi, Presidente della Corte di Tokyo.

Non è chiaro quanti profitti illeciti l'uomo abbia effettivamente generato nel breve periodo durante il quale Coinhive è rimasto attivo.

Coinhive non esiste più, ma la minaccia del cryptojacking è ancora reale

Come riportato anche da Cointelegraph, Coinhive ha annunciato l'interruzione delle operazioni nel febbraio dello scorso anno, in quanto il progetto era divenuto economicamente non sostenibile.

Il suo destino era infatti strettamente legato a quello di Monero (XMR), una criptovaluta che offre un alto livello di privacy e pertanto una delle più utilizzate per le attività di cryptojacking. Tuttavia nel 2018 il valore di Monero è notevolmente diminuito, e un successivo hard fork ha reso la situazione di Coinhive ancora più difficile.

Nonostante la morte di Coinhive, il cryptojacking rimane ancora un grosso problema per la sicurezza informatica di tutto il mondo. A gennaio, un gruppo di criminali informatici senza scrupoli aveva nascosto un malware per il cryptojacking all'interno di un wallpaper raffigurante Kobe Bryant, stella della NBA deceduta di recente in un tragico incidente in elicottero.