In data 30 maggio, il Congresso Spagnolo ha unanimamente appoggiato un disegno di legge a favore di regolamentazioni per criptovalute e tecnologia blockchain. Tuttavia, nonostante i politici spagnoli supportino appieno il settore delle monete digitali, la riforma potrebbe incontrare due grossi ostacoli: una mancanza di conformità con le leggi dell'Unione Europea e l'espulsione del Primo Ministro Mariano Rajoy.

Il concetto di "sandbox"

Al momento in Spagna non è presente alcuna struttura normativa dedicata alle criptovalute: il Bitcoin non viene pertanto considerato una moneta legale all'interno del paese. Tuttavia, stando a quanto riportato nella Biblioteca del Congresso, gli organi di regolamentazione lo considerano un "bene digitale", e viene pertanto fatto rientrare nelle normative sul baratto del Codice Civile Spagnolo.

Il nuovo disegno di legge propone l'introduzione di criptovalute e blockchain nei mercati spagnoli attraverso una serie di "ambienti controllati di prova", spesso definiti anche "sandbox normativi".

Tali sandbox potrebbero inoltre fornire un incentivo alle start-up operanti nel settore fintech, uno dei principali argomenti discussi lo scorso mercoledì al Congresso. "Le compagnie non possono attendere anni prima che la legge regoli una nuova attività, ma al tempo stesso bisogna accertarsi che le aziende non vengano sanzionate per aver cercato di innovare", spiega Marta Plana, presidente del Foro Fintech, un'organizzazione locale che si occupa di supportare le aziende innovative nel settore finanziario.

La Spagna sembra pertanto aver tratto ispirazione dal successo ottenuto negli ultimi anni dal Regno Unito. A marzo la Financial Conduct Authority (FCA) britannica ha annunciato il lancio di un sandbox normativo globale per il settore fintech, dopo gli ottimi risultati conseguiti nel 2016 grazie ad una simile iniziativa: negli ultimi tre anni, il Regno Unito ha approvato circa 80 nuove licenze, ed oltre 250 aziende hanno messo alla prova le proprie idee di business in un ambiente controllato. Recentemente anche la Bielorussia ha mostrato un interesse analogo, fondando il cosiddetto High-Tech Park (HTP), che offre numerosi benefici alle aziende fintech locali e internazionali.

Durante un'intervista con La Vanguardia, Rodrigo García de la Cruz, presidente della Spanish Fintech and Insurtech Association, ha effettivamente confermato che il paese ha preso ispirazione dalle pratiche adottate livello internazionale:

"È un'esperienza che ha offerto risultati molto positivi, e che ha portato numerose nazioni a studiare la sua implementazione. Se ci affrettiamo qui in Spagna, potremmo diventare un polo d'attrazione per l'innovazione finanziaria".

Al termine dell'incontro il Congresso ha inoltre concordato di promuovere attivamente la blockchain, in quanto si tratta di un sistema di pagamento efficiente e senza intermediari. La scorsa settimana Barcellona ha inoltre rivelato la fondazione di una speciale area della città, un centro digitale volto a promuovere la crescita e lo sviluppo dell'ecosistema blockchain. Ad aprile, la Banco Bilbao Vizcaya Argentaria (BBVA) è divenuta la prima banca internazionale a concedere dei prestiti utilizzando una blockchain. Recentemente anche il direttore della Banca di Spagna ha espresso un parere positivo sulla blockchain, sottolineando tuttavia che al momento "la tecnologia non è ancora matura".

Supervisione dell'Unione Europea

Il disegno di legge incrementa la necessità di un "meccanismo proporzionale", per assicurare che tutte le parti coinvolte nel settore delle criptovalute osservino gli obblighi di divulgazione dei dati imposti dal Tesoro Spagnolo e presentino regolarmente le proprie dichiarazioni dei redditi. La normativa evidenzia inoltre i potenziali rischi associati alle monete digitali, sottolineando l'esigenza di una "distribuzione adeguata di informazioni" per proteggere gli investitori da progetti nocivi.

A tale scopo, il disegno di legge propone pertanto una collaborazione del governo con la Commissione Nazionale del Mercato dei Valori (CNMV) e con la Banca di Spagna, per mettere a punto una posizione giuridica comune per quanto riguarda le criptovalute in un più ampio contesto europeo.

Tuttavia l'Unione Europea, nonostante abbia più volte dimostrato di essere interessata ai vantaggi offerti dalla blockchain, ha preferito adottare una posizione di forte cautela nei confronti delle criptovalute. In data 14 maggio, l'Unione ha approvato nuove normative antiriciclaggio, allo scopo di combattere il totale anonimato di questi mercati.

Quando queste leggi entreranno in vigore, gli exchange di monete digitali dovranno rispettare una serie di linee guida, compresa la verifica completa dei clienti. Le nuove regole verranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, e gli stati membri avranno fino a 18 mesi per trasferire tali regolamentazioni all'interno del corpo giuridico nazionale.

Agitazioni politiche

In Spagna, la notizia di regolamentazioni a favore delle criptovalute è stata velocemente oscurata dall'espulsione del Primo Ministro Mariano Rajoy. In data 1 giugno, Rajoy è stato sollevato dal suo incarico in seguito ad una votazione in Parlamento, rimpiazzato dal capo dei socialisti Pedro Sanchez. La mozione di sfiducia è stata innescata da un grave caso di corruzione.

Come sottolineato da CNBC, l'allontanamento di Rajoy potrebbe portare ad una nuova crisi politica in Europa meridionale, "turbando ulteriormente mercati finanziari già in difficoltà a causa dei tentativi falliti di formare un governo in Italia a tre mesi dalle elezioni nazionali".

La Vanguardia spiega inoltre che la mozione di sfiducia avviata da Pedro Sanchez potrebbe ritardare l'introduzione della riforma a favore delle criptovalute. Stando a quanto riportato dai giornali locali, l'apertura al pubblico della proposta di legge era prevista per il 7 giugno, mentre la versione finale sarebbe stata revisionata attorno al 7 luglio. Tuttavia, ora che Rajoy è stato espulso, potrebbe essere necessario indire nuove elezioni, nel caso in cui Sanchez non riesca a mettere in piedi un nuovo governo.

La richiesta di nuove elezioni potrebbe pertanto posticipare i progetto "di oltre sei mesi", spingendo paesi europei potenzialmente interessati a considerare altre opzioni, come appunto il Regno Unito. La Vanguardia sostiene inoltre che il sandbox "ha già subito un brutto colpo" in seguito alle dimissioni in data 8 marzo di Luis de Guindos, uno dei principali innovatori in Parlamento.

Nel frattempo anche Malta potrebbe frenare le ambizioni della Spagna: in data 28 marzo, la Malta Gaming Authority (MGA) ha pubblicato un documento di consultazione allo scopo di "offrire una guida all'utilizzo della tecnologia di registri distribuiti e all'accettazione di valute digitali attraverso l'implementazione di un ambiente sandbox". Nonostante tale proposta si riferisca in particolar modo all'industria dei videogiochi, se tale iniziativa dovesse avere successo potrebbe ragionevolmente diffondersi anche nel settore fintech.