La rabbia per le conseguenze negative sul mercato nate dalle vendite dirette di XRP da parte di Ripple sta spingendo gli holder dei token a concepire metodi sempre più ingegnosi per combattere il fenomeno.

In un tweet pubblicato il 26 agosto, l'utente di Twitter @CryptoBitlord ha accennato ai suoi 102.000 follower la sua ultima idea:

"Sto pensando di creare un fork di $XRP, così non dobbiamo occuparci del dumping dei fondatori. - Sarà un'iniziativa della comunità. Retwittate se siete d'accordo. "

Tre settimane fa, CryptoBitlord aveva fatto partire una petizione su change.org intitolata "Stop al dumping di Ripple", che al momento della stesura di questo articolo ha ottenuto quasi 2.500 firme.

"Organizzeremo un take-over comunitario"

Oggi, Crypto Bitlord ha twittato al CEO e al CTO di Ripple:

“Brad Garlinghouse, Joel Katz, ora avete 60 giorni per porre fine al dumping di XRP o organizzeremo un take-over comunitario. Se si tratta di una rete decentralizzata come dite voi, abbiamo il potere di farlo."

Come segnalato in precedenza, i rapporti trimestrali di Ripple hanno costantemente rivelato l'elevato numero di token XRP che l'azienda sta vendendo per finanziare i suoi investimenti in diverse società con l'obiettivo di far crescere l'ecosistema XRP e finanziare le sue attività.

Il più recente, pubblicato alla fine di luglio, ha rivelato un aumento trimestrale delle vendite di XRP di circa il 48%. All'epoca, Ripple dichiarò tuttavia di aver deciso di sospendere temporaneamente le vendite programmatiche e di porre un limite a quelle istituzionali. Si è inoltre impegnata a ridurre in modo sostanziale le vendite future di token.

Tutto ciò non è però bastato a calmare gli investitori, e il valore di XRP continua a scendere.

Oggi Garlinghouse è stato invitato a rispondere a ciò che ha definito come semplice FUD ("fear, uncertainty and doubt",  paura, incertezza e dubbio) attorno al progetto. Ha aggiunto:

“Le vendite di XRP consistono nell'aiutare ad espandere l'utilità di XRP - costruendo RippleNet e supportando altri business con XRP, come ad esempio Dharma & Forte. La realtà è che abbiamo diminuito le nostre vendite in termini di volume Q/Q e da allora il tasso di inflazione della riserva circolante in XRP è stato inferiore a quello di BTC ed ETH. ”

Oltre a rispondere alle accuse di presunto dumping, Garlinghouse ha anche accennato - senza però commentare in dettaglio - i recenti emendamenti a una class action in corso contro Ripple, in cui un investitore ha affermato che l'impresa abbia venduto XRP come security non registrate violando la legge federale.

In particolare, la causa cita le linee guida emesse dalla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti per sostenere la tesi che XRP rappresenti una security.

Garlinghouse ha risposto brevemente, affermando che "le linee guida SEC non sono state emesse dalla Commissione e non hanno valore di legge, norma o regolamento".