In un contesto di forte nervosismo, Bitcoin (BTC) inizia una nuova settimana reduce da un nuovo minimo plurisettimanale.

Dopo aver corretto sotto i 21.000$ durante il fine settimana, la più grande criptovaluta sta consolidando il ribasso di circa il 10% rispetto alla settimana scorsa, accompagnata da una palpabile paura nei mercati.

Mentre alcuni invocano nuovi minimi ed avvertono di mesi difficili alle porte, i rialzisti devono fare i conti con un'ampia gamma di fattori, sia di breve che di lungo termine.

Il simposio annuale della Federal Reserve di Jackson Hole è previsto per questa settimana, mentre per settembre si attende una sorta di resa dei conti relativa all'inflazione ed i relativi trigger macro dei prezzi.

Ciò potrebbe significare una nuova volatilità sugli asset di rischio sia durante che prima, cosa che gli investitori ormai provati non vedranno di buon occhio dopo le fughe della scorsa settimana riscontrate su BTC/USD.

Allo stesso tempo, l'hash rate inizia a rimbalzare da una rara fase di "capitolazione", suggerendo che il peggio potrebbe essere alle spalle. 

Tenendo conto di ciò, analizziamo insieme i cinque fattori fondamentali che potrebbero muovere Bitcoin nei prossimi giorni ed oltre.

Occhi puntati su Jackson Hole

Questa settimana, la Federal Reserve degli Stati Uniti è ancora una volta al centro dell'attenzione per quanto riguarda i potenziali fattori di trigger dei prezzi macro per gli asset di rischio.

Dopo la riunione del Federal Open Markets Committee (FOMC) della scorsa settimana, i funzionari della Fed, insieme ad esponenti del mondo bancario di tutto il mondo, si riuniranno per il simposio annuale di Jackson Hole dal 25 al 27 agosto.

L'incontro di quest'anno giunge in un momento critico per i mercati statunitensi e non. L'inflazione sotto la giurisdizione della Fed sembra aver iniziato a placarsi, mentre altrove esita a contenersi.

I prossimi dati sull'inflazione statunitense saranno condivisi tra diverse settimane, ma questo potrebbe non impedire al presidente della Fed Jerome Powell di dare forti indicazioni su come reagirà, oltre a posizionare le aspettative sulla futura politica economica.

In considerazione di ciò, la volatilità potrebbe facilmente aumentare sia prima che durante l'evento, rendendo Jackson Hole un elemento chiave da tenere d'occhio sul radar dei trader.

"Sono altamente focalizzati su questo evento, anche perché l'anno scorso hanno sbagliato a definire tutta la situazione come "transitoria", e si rendono conto che l'unica cosa che possono fare adesso è inasprire la politica per rallentare l'inflazione", ha riferito Kevin Cummins a Bloomberg, chief U.S. economist presso NatWest Markets a Stamford, Connecticut.

Resta da vedere se il mercato propenderà a favore di un ulteriore aumento dei tassi di finanziamento di 75 punti base a settembre, o se si orienterà verso un aumento più contenuto di 50 punti.

In un'anticipazione dei suoi commenti a Jackson Hole che circola online, Bank of America ha dichiarato che "continuerà ad aspettarsi un rialzo dei tassi di 50 pb a settembre e novembre, più un ulteriore rialzo di 25 pb a dicembre".

I rialzi dei tassi rappresentano di per sé dei venti contrari per gli asset di rischio e, a loro volta, costituiscono una sfida per Bitcoin e per il suo tentativo di emanciparsi dalla forte correlazione con asset class consolidate come le azioni statunitensi.

Grafico del tasso dei Fed fund (screenshot). Fonte: Federal Reserve

Per BTC si prospettano sei mesi "difficili"

Negli ultimi giorni Bitcoin è riuscito ad evitare una forte volatilità, ma comunque registrando un nuovo minimo per agosto, accentuato dai bassi volumi del fine settimana.

Dopo l'improvviso ribasso del 19 agosto, BTC/USD ha trascorso i giorni successivi a recuperare parzialmente durante un consolidamento generale, tuttora in atto.

Il minimo ha siglato i 20.770$ su Bitstamp, rimbalzando di 1.000$ per poi tornare a scambiare approssimativamente a metà tra i due livelli.

La chiusura settimanale a 21.500$ è stata problematica, costando ai bull quasi 3.000$, o l'11,6%.

Sembra che $BTC si stia preparando a tornare presto sotto i 20.000$.

Non fatevi prendere alla sprovvista.

Con il timore di un nuovo minimo, diversi analisti hanno sostenuto che le condizioni non indicano necessariamente ulteriori ribassi.

Per Michaël van de Poppe, collaboratore di Cointelegraph, BTC/USD potrebbe attestarsi intorno ai 21.200$. Più difficili da portare a casa, lascia intendere, sarebbero i guadagni, data la tendenza generale ribassista.

"Probabilmente all'apertura del CME, vedremo i mercati scendere a 21.200$, come alla chiusura di venerdì, e poi tutto andrà bene", ha affermato su Twitter durante il fine settimana:

"Non siamo ancora convinti di vedere nuovi minimi. Il periodo complessivo di accumulazione e la pesante correzione di venerdì causano panico. Il rialzo sarà duro".
Grafico orario di BTC/USD (Bitstamp). Fonte: TradingView

Tuttavia, Brian Beamish, fondatore della education suite The Rational Trader, tende a non farsi illusioni riguardo al resto del 2022:

"Le prossime 12-19 settimane saranno brutte", si legge in un tweet.

"Una volta terminato, il floor di questo ciclo sarà realizzato: a quel punto ricominceremo tutto da capo".

Beamish fa riferimento ai due precedenti crypto mercati ribassisti, con un grafico comparativo della price action che suggerisce che il vero minimo macro sia ancora lontano per BTC/USD.

Altrettanto fiducioso in una ripresa su un periodo più lungo è stato l'analista Matthew Hyland, secondo il quale i trader non dovrebbero perdere la fiducia.

"La struttura di Bitcoin nelle prossime settimane/mesi non dovrebbe spaventare. Si formerà un minimo superiore, un doppio minimo o un minimo del ciclo", ha riassunto.

"La fine è vicina".
Grafico settimanale di Bitcoin (Bitstamp). Fonte: TradingView

Gli Hash Ribbon mostrano che i miner sono usciti dalla fase di capitolazione

Per i miner i tempi duri potrebbero ormai essere terminati.

Nonostante l'ultimo calo dei prezzi, i dati on-chain mostrano che i miner di Bitcoin sono usciti in massa da un periodo di "capitolazione" durato oltre due mesi.

Secondo il parametro degli hash ribbon, che utilizza due medie mobili dell'hash rate per determinare i trend di partecipazione dei miner, sta prendendo forma un rimbalzo.

Il movimento era atteso da tempo. Ad inizio agosto, la società di mining Blockware aveva previsto che la fase di capitolazione degli hash ribbon sarebbe terminata questo mese o il prossimo.

L'ultimo cambiamento è stato evidenziato da Charles Edwards, CEO del gestore patrimoniale Capriole, che ha confrontato la capitolazione di quest'anno con le precedenti.

"La capitolazione dei miner di Bitcoin si è ufficialmente conclusa oggi, diventando la terza capitolazione più lunga della storia con 71 giorni", riporta su Twitter:

"Questa zona di capitolazione è stata più lunga di quella del 2021 e solo due giorni più corta di quella del 2018, dove il prezzo ha toccato i 3.100$".

Un'occhiata alle stime dell'hash rate fornita dalla risorsa di monitoraggio MiningPoolStats mostra che un aumento sopra i 200 esahash al secondo (EH/s) sia plausibile.

"Storicamente, le capitolazioni dei miner di Bitcoin hanno coinciso con i minimi di prezzo: ottimi segnali di acquisto", continua Edwards, facendo eco al classico mantra del mercato Bitcoin, secondo il quale "il prezzo segue l'hash rate".

"Le capitolazioni dei miner che si verificano a fine ciclo (almeno 2 anni dopo l'halving) e dopo i top del ciclo sono stati i segnali più redditizi a lungo termine (es. 2012, 2015, 2018)."
Grafico degli hash ribbon su Bitcoin. Fonte: LookIntoBitcoin

Le riserve sugli exchange toccano nuovi minimi di 4 anni

Le difficoltà dei prezzi sui brevi periodi si sono rivelate un "non problema" per gli acquirenti.

Negli ultimi giorni, gli investitori, invece di fuggire da BTC, si sono riversati sul mercato ad un ritmo notevole.

Secondo i dati offerti dalla piattaforma di analisi on-chain CryptoQuant, a partire dal 18 agosto i Bitcoin disponibili sui 21 principali exchange sono scesi da 2.342.662 agli odierni 2.309.727 BTC.

In quattro giorni, gli utenti degli exchange hanno quindi prelevato oltre 30.000 BTC dai loro conti.

Riserva di Bitcoin sugli exchange. Fonte: CryptoQuant

Glassnode, nel frattempo, conferma che ad oggi l'attuale riserva combinata tra gli exchange monitorati abbia raggiunto un nuovo minimo di quattro anni.

A titolo di paragone, ad agosto 2018, BTC/USD stava risalendo verso i 7.000$, ma era ancora a diversi mesi di distanza dal minimo del bear market di 3.100$.

Bilancio di Bitcoin sugli exchange. Fonte: Glassnode/ Twitter

Il gauge sentiment scende del 40% in una settimana

Rispetto a prima del crollo dei prezzi, tuttavia, il sentiment sulle criptovalute non è più quello di prima.

Malgrado gli exchange registrino un'accelerazione nel prelievo di BTC dalle loro riserve, il quadro generale continua ad indicare "paura".

Secondo il Crypto Fear & Greed Index, che utilizza un paniere di fattori per fornire un punteggio al sentiment del mercato, la "paura estrema" è ad un passo.

A 29/100, l'indice è a quattro punti dal ritorno alla fascia di paura estrema, dopo aver toccato i 27/100 durante il fine settimana.

Quest'ultimo rappresenta un calo del 40% in una sola settimana: sette giorni prima, l'Indice era a 45/100, registrando i livelli più positivi da aprile.

Crypto Fear & Greed Index (screenshot). Fonte: Alternative.me

Le opinioni qui espresse sono esclusivamente dell'autore e non riflettono necessariamente quelle di Cointelegraph.com. Ogni investimento comporta dei rischi: dovresti condurre le tue ricerche prima di prendere una decisione.