Secondo il report annuale di Chainalysis, le entrate derivanti dalla criminalità crypto sono diminuite di oltre la metà nel 2020. I criminali informatici hanno incassato circa 5 miliardi di dollari in meno rispetto agli oltre 10 miliardi rubati nel 2019: un calo del 53%. 

Le transazioni che coinvolgono fondi illeciti sono diminuite ancor più bruscamente rispetto al volume totale: sono passate dal 2,1% di tutte le transazioni analizzate nel 2019 ad appena lo 0,34% nel 2020. 

Tra le otto categorie di transazioni ritenute "illecite" da Chainalysis, l'importo in dollari di crypto sottratte con truffe è diminuito del 71%: tale dato è probabilmente dovuto al fatto che la truffa multimiliardaria di PlusToken, avvenuta nel 2019, ha di gran lunga superato ogni altra frode condotta nel 2020.

Il volume complessivo del crimine crypto, compresi i proventi dei reati stessi ed i tentativi di riciclaggio, è sceso da oltre 20 miliardi di dollari nel 2019 a circa 10 miliardi l'anno scorso. 

Purtroppo ci sono anche cattive notizie: forse la parte più allarmante del rapporto è la scoperta che i furti legati ai ransomware sono aumentati del 311% dal 2019 al 2020, rappresentando una perdita aggiuntiva di oltre 250 milioni di dollari rispetto all’anno passato. 

Anche con un aumento su base annuale dell'attività del mercato ransomware e darknet, Chainalysis sostiene che le prospettive sul cryptocrimine "non sono mai state migliori", grazie ai recenti progressi nei processi di regolamentazione e conformità.

Le conclusioni di Chainalysis fanno eco a un recente report di CipherTrace, secondo il quale la criminalità legata alle criptovalute è scesa del 57% nel 2020:

"La buona notizia è triplice: il crimine legato alle criptovalute è in calo, rimane una piccola parte dell'economia complessiva delle criptovalute, ed è decisamente inferiore rispetto alla quantità di fondi illeciti coinvolti nella finanza tradizionale." 

Secondo Chainalysis, la grande crescita dei ransomware è dovuta all'introduzione di "nuovi ceppi che sottraggono grandi somme alle vittime": questi ultimi, combinati con i ransomware preesistenti, hanno rappresentato quasi 350 milioni di dollari di furti di criptovalute nel 2020. 

Fortunatamente, la crescente raccolta di informazioni personali svolta dagli exchange ha costretto i criminali a "fare affidamento su un gruppo sorprendentemente piccolo di fornitori di servizi" per convertire i fondi rubati in fiat:

"A lungo termine, la maggiore conformità degli exchange rimuoverà quasi ogni incentivo a utilizzare le criptovalute in attività criminali, in quanto diventerà molto più difficile per i cyber-criminali convertire le criptovalute in contanti se non possono utilizzare gli exchange". 

Il mese scorso, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato di aver confiscato 454.000$ in criptovalute da un operatore di ransomware; l'operazione è stata condotta in collaborazione con Chainalysis.