Il recente crollo del token Mantra ha messo in luce un problema interno al settore delle criptovalute, ovvero la fluttuazione dei livelli di liquidità durante il fine settimana, fonte di ulteriore volatilità al ribasso che potrebbe aver aggravato il crollo del token.
Domenica 13 aprile, il prezzo del token Mantra (OM) è crollato di oltre il 90%, passando da circa 6,30 dollari a meno di 0,50 dollari, innescando accuse di manipolazione tra gli investitori disillusi, secondo quanto riportato da Cointelegraph.
Mentre gli analisti blockchain stanno ancora ricostruendo le ragioni del crollo di OM, l'evento pone in evidenza alcune questioni cruciali del settore, secondo Gracy Chen, CEO dell'exchange Bitget.
“Il crollo del token OM ha messo in luce diverse questioni critiche che stiamo constatando non solo in OM, ma in tutto il settore” afferma Chen durante il programma quotidiano Chainreaction di Cointelegraph, aggiungendo:
“Quando si ha a che fare con token troppo centralizzati, la concentrazione della ricchezza e la governance molto opaca, insieme agli improvvisi flussi in entrata e in uscita [...] combinati con la liquidazione forzata durante le ore di bassissima liquidità nel nostro settore, si rischiano forti ribassi”.
🎙️ CEXs hit with outages as AWS runs into trouble. The question is, do we need more decentralization?
— Cointelegraph (@Cointelegraph) April 15, 2025
Today, @RKBaggs and @ZVardai are joined by @GracyBitget, CEO of @Bitgetglobal on #CHAINREACTION to unpack the problem!https://t.co/OPoyu1IORC
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Come riportato dalla piattaforma di analisi blockchain Lookonchain il 13 aprile, citando dati di Arkham Intelligence, almeno due wallet collegati all'investitore di Mantra Laser Digital figurano tra i 17 wallet ad aver trasferito un totale di 43,6 milioni di token OM verso gli exchange prima del crollo, per un valore di circa 227 milioni di dollari al momento.
D'altra parte, il CEO di Mantra, John Mullin, ha negato le accuse relative ai trasferimenti su larga scala di token da parte degli investitori di Mantra, come riferito da Cointelegraph il 14 aprile.
Il 16 aprile Mantra ha rilasciato una dichiarazione post-crollo, ribadendo che il declino di OM non è stato causato dalla vendita di token da parte della società e che il team di Mantra continua a indagare sull'incidente. Tuttavia, il rapporto non fornisce spiegazioni circa il repentino trasferimento dei token OM agli exchange e la successiva liquidazione.
Flussi su exchange evidenziano forte segnale di “dumping da parte degli addetti ai lavori”
Sebbene la ragione esatta del crollo rimanga poco chiara, Mullin ha attribuito il crash alle “massicce liquidazioni forzate” sugli exchange centralizzati avvenute durante le ore di bassa liquidità di domenica.
Mullin ha rivelato a un utente di X che il team di Mantra ritiene che la colpa sia di un exchange “in particolare”, ma ha precisato che il team sta ancora indagando sui dettagli e che l'exchange in questione non è Binance.
“Ritengo che OKX sia il principale exchange responsabile delle cosiddette liquidazioni”, afferma Chen, aggiungendo che i grandi trasferimenti verso diversi exchange avrebbero dovuto destare sospetti. Chen ha poi aggiunto:
“Ho esaminato i dati on-chain, dai quali è emerso che milioni di token OM sono stati trasferiti su exchange centralizzati. Si tratta di un segnale molto forte di dumping da parte di insider”.
Durante il fine settimana, i problemi di liquidità hanno influito anche sulle principali criptovalute come Bitcoin (BTC).
Secondo quanto riportato da Cointelegraph, la mancanza di volume di scambi durante il weekend, combinata con la liquidità 24 ore su 24, 7 giorni su 7 di Bitcoin, hanno provocato una correzione di Bitcoin al di sotto dei 75.000 dollari domenica 6 aprile.
Lucas Outumuro, head of research della piattaforma di crypto intelligence IntoTheBlock, ha riferito a Cointelegraph che la correzione del 6 aprile potrebbe essere stata causata dal fatto che Bitcoin era l'unico grande asset negoziabile disponibile durante il fine settimana per mitigare il rischio, nel contesto dei timori relativi alla guerra commerciale globale.
Traduzione a cura di Walter Rizzo