Secondo quanto riportato il 20 aprile dalla Russian Legal Information Agency (RAPSI), la Corte Suprema russa ha ordinato al tribunale della città di San Pietroburgo di esaminare il ricorso riguardante la censura di un sito web d'informazione sulle criptovalute.

Nell'estate del 2016, il tribunale distrettuale di Vyborgsky ha accettato la richiesta della procura e ha bloccato il sito web Bitcoininfo.ru. Secondo il tribunale le informazioni del sito web sulla valuta digitale Bitcoin, che rappresenta un "strumento di pagamento virtuale e un bene rifiugio", violavano la legge federale "sulla banca centrale della Federazione Russa (la Banca of Russia)".

A luglio dell'anno successivo, il tribunale distrettuale di Oktyabrsky ha ordinato di bloccare 40 siti web contenenti informazioni sulle criptovalute, dichiarando che "contribuiscono alla proliferazione del mercato nero" e che la libera distribuzione di informazioni sulla moneta digitale provoca "un uso elevato di criptovalute nel commercio di droghe, armi, documenti contraffatti e altre attività criminali". A marzo, la Corte municipale di San Pietroburgo ha riesaminato il ricorso e ha ordinando di sbloccare i siti web.

Qualche giorno fa, il governo russo ha bandito la popolare app di messaggistica Telegram. L'organo di regolamentazione russo Roskomnadzor ha tentato di far rispettare il divieto isolando quasi 20 milioni di indirizzi IP, ma molti utenti segnalano che l'app funziona ancora. Tuttavia, ne hanno risentito altri siti web e servizi, tra cui gli aggiornamenti Microsoft, Xbox Live e il sito web di della stessa agenzia Roskomnadzor.