Stando ai dati raccolti da Coin Dance, la scorsa settimana il trading di Bitcoin (BTC) in Venezuela ed Argentina ha stabilito dei nuovi record.

Argentina: grazie a Bitcoin, i controlli sui capitali non hanno riscontrato il successo sperato

Venezuela Localbitcoins weekly trading history

Storico del trading settimanale su Localbitcoins in Venezuela. Fonte: Coin Dance

Argentina Localbitcoins weekly trading history

Storico del trading settimanale su Localbitcoins in Argentina. Fonte: Coin Dance

Queste statistiche derivano da LocalBitcoins, popolare piattaforma dedicata al trading peer-to-peer di criptovalute, sempre più utilizzata in queste due economie in difficoltà.

Complessivamente, la scorsa settimana in Venezuela sono stati scambiati 142,9 miliardi di bolívar (VES), mentre in Argentina è stato registrato un volume di 19,4 milioni di peso (ARS): valori di gran lunga superiori ai livelli precedenti.

Tuttavia, dal punto di vista dei Bitcoin acquistati i volumi non sono aumentati in maniera considerevole, a dimostrazione del fatto che le valute dei due Paesi continuano ad indebolirsi. In Venezuela sono stati comprati 627 BTC (5,5 milioni di dollari), mentre in Argentina circa 30 BTC (260.000$).

Lo scorso mese, nel tentativo di contrastare il tasso d'inflazione in continua crescita del peso, il Banco Central de la República Argentina ha deciso di ridurre ulteriormente la quantità di dollari statunitensi acquistabili ogni mese dai risparmiatori, da 10.000 ad appena 200: una riduzione del 98%. Il limite di 10.000$ era stato introdotto a settembre. "Comprate Bitcoin", aveva al tempo consigliato su Twitter l'avvocato Preston Byrne, dopo essere venuto a conoscenza della notizia. 

Questi controlli sui capitali non hanno tuttavia riscontrato il successo sperato, e a novembre la banca centrale ha formalmente proibito ai cittadini di utilizzare le proprie carte di credito per l'acquisto di Bitcoin o altre criptovalute. 

Venezuela: "Il Petro [...] è la completa antitesi di Bitcoin"

Lo scorso anno il governo del Venezuela ha introdotto il Petro, la criptovaluta nazionale il cui valore pare essere ancorato a quello delle riserve petrolifere del Paese.

Mauricio Di Bartolomeo, fondatore della start-up Ledn, ha recentemente criticato la criptovaluta, definendola un modo subdolo per derubare ulteriormente i cittadini dei Venezuela:

"Stampare denaro fisico senza alcun valore è costoso e parecchio impegnativo dal punto di vista logistico. Ecco perché il Venezuela sta puntando sul Petro: per rubare i risparmi dei cittadini in tempo reale, senza i costi legati alla stampa e alla distribuzione.

Il Petro venezuelano è la completa antitesi di Bitcoin."