Stando a quanto riportato in data 6 aprile dal portale d'informazione RNS, associazioni Blockchain con sede in Svizzera, Kazakistan e Armenia si sono recentemente unite a quelle di Russia, Cina e Corea del Sud nella causa legale contro le aziende che hanno vietato le pubblicità legate al settore delle criptovalute.

La denuncia congiunta ai danni dei colossi dell'informatica Google, Twitter e Facebook venne rivelata il 27 marzo di quest'anno. Le organizzazioni originariamente coinvolte nella causa legale sono la Russian Association of Cryptocurrency and Blockchain (RACIB), la Korea Venture Business Association e la LCBT, un consorzio cinese formato da investitori in criptovalute.

Secondo Yury Pripachkin, presidente di RACIB, la denuncia viene ora supportata anche dalla società svizzera InnMind, dalla Armenian Blockchain Association e dalla Kazakhstan Blockchain and Cryptocurrency Association.

La denuncia verrà presentata ufficialmente a maggio di quest'anno a New York. I fondi per il pagamento degli avvocati sono stati raccolti grazie ad un portafoglio digitale registrato in Estonia, ha spiegato Pripachkin.

Il 30 gennaio, Facebook ha vietato sulla piattaforma tutti gli annunci legati a criptovalute e Initial Coin Offerings (ICO), adducendo a "pratiche promozionali ingannevoli". A marzo Google ha fatto lo stesso, comunicando che avrebbe presto bloccato tutte le pubblicità legate al settore delle monete digitali. Lo stesso mese anche Twitter ha infine confermato che avrebbe bandito gli annunci di exchange e ICO.

Recentemente, il visionario della tecnologia ed importante membro della comunità John McAfee ha rivelato di promuovere su Twitter prodotti e progetti legati al mondo delle criptovalute al prezzo di 105.000$ per ogni messaggio , nonostante in passato abbia negato questo genere di attività.