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Dopo le numerose dichiarazioni d’intenti nei vari consessi internazionali, tra cui il G20, il sistema finanziario rompe gli indugi e contrattacca il settore delle valute digitali con il chiaro intento di regolamentare un mondo che, al contrario, nasce per decentralizzare e disintermediare.

Da inizio ottobre, le compagnie dell’high-tech (Facebook su tutte) e le start-up del settore delle valute digitali che negli ultimi mesi hanno meso in campo le iniziative più discusse e attese, come Libra e Gram, hanno visto levarsi un “fuoco di sbarramento” dalle agenzie federali di controllo statunitensi.

Procediamo con ordine e analizziamo gli eventi delle ultime settimane.

I partner commerciali abbandonano Libra

Mastercard, Visa, Stripe: uno dopo l’altro i principali partner di Facebook nel progetto Libra hanno ritirato la loro disponibilità a collaborare alla realizzazione della prima criptovaluta “social”. Un vero e proprio esodo.

Qualunque sia l’opinione su Libra, uno dei meriti che le vanno indiscutibilmente riconosciuti è quello di aver sdoganato le criptovalute agli occhi della massa, e un dietrofront così brutale da parte di società che fanno del profitto la loro unica ragion d’essere dovrebbe far nascere più di un interrogativo.

Cosa ha spinto i vecchi partner di facebook ad abbandonare la nave? Ma ovviamente la pressione politica delle autorità politiche e finanziarie USA!

Lettera del Senato USA

Lettera del Senato USA

Questa è la lettera intestata del Senato degli Stati Uniti che ha ricevuto Patrick Collison, Founder e CEO di Stripe, dove alcuni senatori si mostrano “preoccupati” in merito al progetto Libra e agli sviluppi della collaborazione tra la stessa Stripe e Facebook. Se questa non è una “velata minaccia”, può quantomeno essere annoverata a pieno titolo come una pressione indebita.

Ovviamente, c’è da immaginare che i destinatari della missiva (a vario titolo tutte le società che avevano annunciato la partnership con Facebook) sentendo la pressione del Senato e delle autorità di controllo abbiano preferito rinunciare per evitare ulteriori conseguenze.

Binance e Alibaba: è fatta, anzi no!

Questa ha davvero del clamoroso: il 9 ottobre, Binance e CZ hanno annunciato al mondo la lodevole iniziativa portata avanti con WeChat e Alipay (l’online payment processor di Alibaba) per favorire l’acquisto di Bitcoin in Cina.

Tweet di CZ

Il giorno successivo Alipay ha annunciato che avrebbe bloccato tutte le transazioni volte all’acquisto di Bitcoin e criptovalute, per una non meglio precisata lotta alle transazioni irregolari.

Annuncio di Alipay

Anche in questo caso qualche domanda sorge spontanea, non fosse altro perché chi conosce CZ sa benissimo che gli si possono attribuire molti difetti, ma di certo non quello di parlare a vanvera.

In tale contesto, le dichiarazioni di Xi Jinping in merito alla necessità della Cina di accelerare lo sviluppo della blockchain da implementare nell'economia nazionale ha una doppia chiave di lettura.

Innanzitutto, le affermazioni del Presidente della Cina vanno inserite nel contesto della guerra commerciale con gli USA, ed è chiaro come le valute digitali siano un'arma estremamente potente nelle mani del colosso orientale per contrastare le mosse del proprio avversario. Nel breve termine questo scenario ha chiaramente ridato nuova linfa al mercato, che ha infatti reagito in maniera estremamente positiva, con il Bitcoin tornato prepotentemente a ridosso dei 10.000$.

Ma nel lungo periodo aspettiamoci un'ulteriore stretta dal punto di vista della regolamentazione del settore, tanto dalla Cina, che storicamente non è esattamente il portabandiera degli ideali di decentralizzazione e libertà, quanto dagli Stati Uniti, che hanno già palesato chiaramente intenti egemonici e di controllo sul settore delle valute digitali.

La SEC stronca il lancio di Gram e del Telegram Open Network

Il 12 ottobre la SEC, in pieno delirio d’onnipotenza, ha prima ottenuto un’ordinanza restrittiva contro il lancio della blockchain pubblica di Telegram (propedeutica al Telegram Open Network, che ha come fine ultimo quello di consentire l’acquisto di Bitcoin e valute digitali direttamente sull’app Telegram), e poi ha preteso di estendere la propria giurisdizione a Russia, Gran Bretagna e Dubai (quest’ultima sede legale di Telegram).

Telegrama è stata a questo punto costretta a modificare la sua tabella di marcia e rinviare l’attesissimo lancio di Gram.

Guerra alle stablecoin e severe restrizioni per gli exchange decentralizzati

Gli ultimi due eventi in ordine cronologico che ci segnalano una fervente attività da parte delle autorità finanziarie di controllo internazionali sono le dichiarazioni della Financial Action Task Force (FATF), che ha definito le stablecoin addirittura un rischio mondiale (sic.), e la chiusura dell’exchange Bittrex in oltre 30 paesi tra cui  Afghanistan, Egitto, Bosnia ed Erzegovina, Cambogia, Congo, Costa d'Avorio, Tunisia, Etiopia, Uganda e Yemen.

Dagli ultimi sviluppi è ormai chiaro come la reazione del sistema finanziario, che teme di perdere il monopolio sulla creazione di denaro e ricchezza, si stia decisamente inasprendo. Nei prossimi mesi, se lo scenario macroeconomico dovesse peggiorare ulteriormente (il nuovo Quantitative Easing annunciato dalla Fed non è di buon auspicio) mi aspetto un’escalation delle iniziative volte a imbrigliare il settore delle criptovalute, che indirettamente trarranno beneficio da una recessione e dalla relativa crisi monetaria negli Stati più deboli (l’Argentina con il suo peso è solo l’ultima in ordine di tempo).

Il redde rationem dunque si avvicina.

La reazione del mercato

Dopo gli eventi analizzati nell’articolo, sono tornate in auge le presunte criticità del mercato di Bitcoin e delle criptovalute: l’eccessiva volatilità dei prezzi, che comprometterebbe anche le funzionalità della moneta come metodo di pagamento e riserva di valore, i temi della governance e delle regolamentazioni, nonché i presunti problemi del network dal punto di vista della scalabilità.

Ritengo che, almeno relativamente al Bitcoin, siano preoccupazioni senza fondamento.

È naturale che il sistema finanziario reagisca in questo modo scomposto contro il settore delle valute digitali, ma un conto sono Libra, Gram e le stablecoin, riconducibili a delle società dunque facilmente attaccabili, ma un altro è Bitcoin, vale a dire un network decentralizzato non riconducibile a nessuna entità, dunque molto più complicato da attaccare dal punto di vista legale (se non agendo indirettamente contro le mining farm, anche se ci sarà sempre un pool di nazioni disponibili a garantire che tale attività prosegua). Pertanto, da questo punto di vista non ravviso particolari criticità. E poi se gli USA avessero davvero l’obiettivo di distruggere il Bitcoin, avrebbero mai approvato la miriade di strumenti finanziari legati alla criptovaluta?

Relativamente all’accostamento del Bitcoin come riserva di valore, dobbiamo necessariamente allargare la nostra prospettiva. Non ragioniamo in termini di volatilità paragonando il BTC a monete forti come dollaro o euro, ma facciamolo con monete tipo il Bolivar, che per un periodo di tempo hanno viaggiato a un tasso d’inflazione giornaliero superiore al 2%! A confronto, le oscillazioni del Bitcoin sono acqua fresca (e poi consideriamo che l’inflazione distrugge potere d’acquisto, mentre il Bitcoin nel lungo periodo beneficia dalla volatilità).

Infine una considerazione sulla volatilità e sulla capitalizzazione del Bitcoin. È naturale che la volatilità sia inversamente proporzionale alla capitalizzazione, è un concetto semplice e lineare: più la massa monetaria è ampia, più le speculazioni sono difficili poiché serviranno fondi di gran lunga superiori a quelli attualmente sufficienti agli speculatori per fare il bello e il cattivo tempo (whales, fondi speculativi, chiamiamoli come ci pare ma il concetto è questo).

Le affermazioni poi relative alla problematica della scalabilità non hanno senso. Il Lightning Network infatti eliminerà il problema della scalabilità, una volta risolta completamente la questione della sicurezza delle transazioni off-chain.

Non tutti temono gli USA

Nonostante le dinamiche emerse nelle ultime settimane e analizzate nell’articolo, molte società continuano a portare avanti i loro progetti disinteressandosi dell’atteggiamento diffidente degli Stati Uniti, difendendosi con tutte le armi a propria disposizione (Binance è riuscita infatti a lanciare la sua piattaforma Binance.US e Bitfinex sta rispondendo colpo su colpo alle accuse del Procuratore generale di New York, aggiudicandosi anche round importanti in sede giudiziaria).

Inoltre colossi dell’high tech del calibro di Samsung e LG continuano a riservare ingenti investimenti nel settore delle valute digitali: Samsung ha implementato nei suoi nuovi telefoni dei wallet compatibili con le principali criptovalute e una serie di DApp riconducibili alle start-up più attive del settore, mentre LG che ha registrato un brevetto per un portafoglio di criptovalute per smartphone e possiede una divisione business che lavora con una grande banca sudcoreana su un progetto di token digitale.

Chiudo con questo grafico relativo ai miglioramenti tecnologici del Bitcoin, con la stima dei prossimi upgrade utili a perfezionare ulteriormente i temi della scalabilità e della privacy.

Miglioramenti network BTC

Parliamo senza dubbio del network più solido e dinamico del mercato.

Le idee e le opinioni espresse in questo articolo appartengono unicamente all'autore, e non riflettono necessariamente il punto di vista di Cointelegraph.com.